Infertilità maschile: prevenire l’insorgenza dell’ipogonadismo

Ormai da oltre un decennio le evidenze scientifiche confermano che in quasi la metà dei casi di infertilità di coppia la componente maschile ne è causa o concausa.

Questa consapevolezza ha progressivamente determinato un mutato approccio nei riguardi della problematica, con ripercussioni di tipo clinico e culturale.

Anche il vissuto dei pazienti ha subito modifiche delle dinamiche psico-relazionali: una volta era sempre e soltanto la donna ad essere osservata sul piano diagnostico, oggi la comunità scientifica sa bene che l’uomo rappresenta l’altro anello debole della catena.

Un passo avanti determinante in questo senso è stato compiuto con l’applicazione su larga scala delle procedure di fecondazione in vitro, in grado di risolvere anche i casi di infertilità maschile più severi (nei casi di azoospermia mediante recupero di spermatozoi dal testicolo finalizzato a ICSI; nei casi di bassissime concentrazioni di spermatozoi mediante diretto ricorso a ICSI)...

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